martedì 10 settembre 2013

Scrivendo sulla storia n. 27 del 10 settembre 2013

Anniversari che non si dimenticano: aspettando l'11 settembre /2

Ci sono date, anniversari che non si dimenticano, e che ogni volta che ricorrono riportano alla mente una o cento storie. Storie anche non clamorose, ma nel complesso tutte le storie contribuiscono a rendere l'avvenimento indimenticabile. Al centro di esse ci sono sempre uomini e non che con il loro operato, o con la sola presenza, hanno scritto la storia. E probabilmente hanno reso quelle date indimenticabili.
Dan Holdridge l'11 settembre 2001 era al lavoro dentro al Pentagono come appaltatore ed era un giornata bellissima, piena di sole. Quel mattino, andò al lavoro in ritardo, a causa di una teleconferenza a cui aveva dovuto partecipare. Era l'appuntamento settimanale del martedì, ma in quella settimana fu anticipata al martedì. E questo probabilmente gli salvò la vita. Si stava incamminando con il suo collega Bobby verso il Naval Command Center, la sede media del Pentagono. Avevano appena saputo dei due aerei che si erano schiantati a New York contro le Twin Tower. Ad un certo punto, diretto al suo collega esclamò: “cos'altro deve ancora succedere, oggi? Attaccheranno pure il Pentagono?” In quel momento un'esplosione li sollevò entrambi, scaraventandoli lontano. Dan pensò che sarebbe morto. Si guardò attorno, riuscì a vedere Bobby gravemente ferito, e si rassegnò. Invece, subito dopo il personale di sicurezza del Pentagono venne per evacuare le persone, che furono portate in un'area dove venivano assegnate le priorità mettendo dei nastri al polso. Un nastro verde per chi non era in pericolo di vita; fu il colore che ricevette Dan. Nastro giallo significava la necessità di cure rapide ma che se la sarebbe cavata, e fu il colore che ricevette Bobby. Nastro rosso per quelli in pericolo di vita. L'ultimo, il nastro nero per chi era morto.
Mentre era in quest'area Dan sentiva odore di carne bruciata, sentiva i lamenti delle vittime, ma anche altra gente che urlava:”Dove posso donare il sangue? Dove posso donare il sangue?” Il grande spirito dell'America si era già messo in moto, nonostante l'immane tragedia.
Dopo le prime sommarie cure, Dan e Bobby furono abbandonati seduti al lato della strada, quando arrivò un grosso SUV con una donna alla guida. Si chiamava Erin Anderson, e, nonostante nessuna macchina era autorizzata a muoversi attorno al Pentagono in quel momento, li caricò a bordo e li portò all'ospedale. Durante il viaggio Dan ebbe appena la forza per dire “Grazie molte di averci caricato.” Lei si volse,lo guardò dritto negli occhi e disse:“Non so perché sono qui. Ero seduta in casa e ho sentito di dover aiutare qualcuno”.
Da quel giorno, Dan impiega il suo tempo tenendo conferenze su quanto ha vissuto. In ogni scuola, in ogni azienda in cui è chiamato a ricordare il suo 11 settembre, ricorda che “tutti abbiamo una Erin Anderson dentro di noi. Tutti abbiamo la capacità, quando succede qualcosa, di alzarci e di trovare l'eroe dentro di noi e offrire il nostro aiuto. Non serve un altro 11/9, dobbiamo soltanto uscire a cercare chi ha bisogno di noi”.


Questo post è stato pubblicato il 10 settembre 2013 su Cervelliamo blog

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