A proposito di corruzione (6)
A livello internazionale in molti
Stati esistono autorità anticorruzione; si tratta però di realtà variegate e
non riconducibili a una tipologia unitaria. Nei rapporti internazionali
intessuti e studiando alcuni report ho verificato che spesso quelle straniere
sono autorità con poteri di polizia o persino giurisdizionali o, all’estremo
opposto, si tratta di autorità inserite e collegate direttamente a ministeri.
In Francia ad esempio l’anticorruzione è collegata al ministero della
giustizia. L’Authority italiana, invece, ha i caratteri di un’autorità
indipendente; è nominata dal governo ma richiede il parere favorevole dei 2/3
delle commissioni parlamentari e dura 6 anni, quindi più di quanto possa durare
il governo nominante: in questo senso è una novità sul piano internazionale.
L’esperienza delle autorità straniere, per quanto molto diverse, sembra
incoraggiante; esse pare abbiano conseguito concreti risultati nella lotta alla
corruzione; almeno questo è quello che emerge dai report degli organismi
internazionali.
La corruzione si annida nelle pieghe della
burocrazia che non funziona e che pone ostacoli; gli ostacoli spesso si possono
superare proprio corrompendo i funzionari infedeli o mettendoli a “libro paga”:
è per questo che una semplificazione intelligente delle procedure (che non
significa affatto eliminazione dei controlli, ma individuazione di controlli
rapidi ed efficienti) può aiutare a combatterla. Spesso sono le regole e le
norme tortuose e complicate che cagionano la corruzione.

Questo post è stato pubblicato il 23 Luglio 2013 su Scrivo di te
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