A proposito di Corruzione (1)
La legge del 6
novembre 2012 n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della
corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione ha individuato
la Commissione per la Valutazione, la Trasparenza e l’Integrità delle
amministrazioni pubbliche quale Autorità Nazionale Anti Corruzione. Con
l’entrata in vigore della legge del 30 ottobre 2013, n. 125, la Commissione ha
assunto la denominazione di Autorità Nazionale Anticorruzione e per la
valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche. Si tratta di un
organo collegiale, composto dal presidente e da quattro componenti. I compiti e le funzioni svolti
dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e
forniture sono trasferiti all’Autorità nazionale anticorruzione e per la
valutazione e la trasparenza (ANAC), Il presidente attuale è Raffaele Cantone, un
magistrato nato a Napoli nel 1963, cresciuto in provincia, a Giugliano
ed entrato in magistratura nel 1991. È stato sostituto procuratore
presso il Tribunale di Napoli fino al 1999, anno in cui è entrato nella Direzione Distrettuale Antimafia napoletana di cui ha fatto parte fino al 2007.
A seguito della
nomina, avvenuta con D.P.R. dell’11 luglio 2014, si sono insediati i componenti
dell’Autorità Nazionale Anticorruzione: sono il Prof. Francesco Merloni e la
Prof.ssa Nicoletta Parisi e il Cons. Michele Corradino e la Prof.ssa Ida Angela
Nicotra. Il 15 luglio inoltre è stato siglato il protocollo
d’intesa tra il Ministero dell’Interno e l’Autorità Nazionale Anti Corruzione
relativo alle “Prime Linee Guida per l’avvio di un circuito stabile e
collaborativo tra A.N.A.C.- Prefetture - UTG e Enti Locali “per la prevenzione
dei fenomeni di corruzione e l’attuazione della trasparenza amministrativa”. Il protocollo
d’intesa prevede la collaborazione tra prefetture, enti locali, l’A.N.A.C. e il
Ministero dell’Interno in materia di trasparenza e legalità nella gestione
degli appalti pubblici. Il protocollo fornisce ai prefetti le Linee
Guida per consentire allo Stato di intervenire al momento giusto con un
obiettivo preciso: far rispettare la norma morale da cui discendono tutte le
altre, che è quella di non rubare.
Tra le
indicazioni una prevede che il soggetto aggiudicatore riferisca all’A.N.A.C.,
prima di procedere alla risoluzione del contratto, la quale valuterà se in ragione dello stato di avanzamento dei lavori o
del rischio di compromissione della realizzazione dell’opera, tenuto anche
conto della rilevanza della stessa, sia preferibile proseguire nel rapporto
contrattuale, previo il rinnovo o la sostituzione degli organi dell’impresa
aggiudicataria interessata dalle vicende corruttive. Per il
presidente A.N.A.C., Raffaele Cantone, si tratta di una «rivoluzione
copernicana con l’ampliamento della normativa antimafia e saranno i prefetti e
le prefetture il terminale territoriale delle politiche che si fanno a livello
nazionale sul tema».
Questo post è stato pubblicato il 22 Luglio 2014 su Scrivo di te
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