venerdì 18 ottobre 2013

Scrivendo sulla storia n. 34 del 18 Ottobre 2013

USA: accordo "all'italiana" per salvare il paese dal default.

L'America tira un grosso sospiro di sollievo: I leader dei parlamentari repubblicani e democratici statunitensi hanno annunciato mercoledì scorso di aver trovato un accordo tra i due partiti per interrompere lo shutdown, uno stato di emergenza economico-finanziaria che comporta l'immediata sospensione di tutte le attività pubbliche statunitensi che finora avevano operato alla luce dei fondi pubblici, oltre alla chiusura di buona parte delle attività governative dovuta alla mancata approvazione della legge finanziaria.  
Il passo successivo,a partire da giovedì 17 ottobre 2013 sarebbe stato il default, lo stato di insolvenza e la corsa a capofitto verso il più grande dissesto finanziario di tutti i tempi.
L’accordo è null'altro che un compromesso, una soluzione molto "italiana" con cui i Repubblicani rinunciano temporaneamente alle loro richieste di bloccare la riforma sanitaria e ottenere grossi tagli alla spesa pubblica. In realtà continua a mancare un vero e proprio piano per la riorganizzazione della spesa.
Foto Barak Obama
Viene anche alzato il limite massimo del debito americano, che ai livelli attuali rendeva molto più difficile per il governo degli Stati Uniti reperire risorse per autofinanziarsi. Per ora si è trovata un’intesa per mettere fine allo shutdown fino al 15 gennaio e per estendere al 7 febbraio il periodo in cui il Tesoro può legalmente finanziarsi emettendo nuovi titoli di debito pubblico. 
Negli Stati Uniti, la cifra massima che il governo può chiedere in prestito per finanziare le sue spese è limitata. Una volta raggiunto il limite – che fino ad oggi era fissato a 16.699 miliardi di dollari – il Dipartimento del Tesoro non può più emettere nuove obbligazioni di debito per finanziare i pagamenti.
La legge deve essere approvata anche dal Senato, dove la maggioranza è in favore dei repubblicani: serve dunque un piccolo esercito di 32 senatori pronti a votare l’accordo "bi-partizan".
Nei gironi scorsi il presidente Barak Obama aveva rifiutato una proposta dei repubblicani che avrebbe permesso di risolvere la questione in cambio di grosse modifiche alla recente riforma sanitaria voluta da lui in persona. Il fatto che Obama sia riuscito a non fare concessioni di questo tipo è di sicuro una sconfitta per la linea intransigente dei repubblicani e una dimostrazione di quanta autorevolezza la sua persona goda nel paese, nonostante le soluzioni "all'italiana".
Questo post è stato pubblicato il 18.10.2013 su Cervelliamo blog

 

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