martedì 8 ottobre 2013

Scrivendo sulla storia n.30 del 8 Ottobre 2013


Il governo che offre un caffè al giorno ai lavoratori dipendenti per uscire dalla crisi

Chiunque abbia mai avuto la responsabilità di un'impresa commerciale o abbia mai lavorato come dipendente sa che la retribuzione di un lavoratore, seppur diversamente inquadrata in livelli a seconda delle mansioni e competenze non è quella effettivamente corrisposta al lavoratore, ma il suo corrispettivo è maggiorato da una serie di oneri. Taluni sono a carico dell'azienda che svolge il ruolo di datore di lavoro (25,6%), una quota sono corrisposti dal lavoratore stesso (20,6%).
In Italia, la somma di queste due quote è del 46,2 % ed è la più alta in Europa (fonte ISTAT/2010). In alcuni paesi del Nord Europa è anche maggiore, ma prevede in cambio l'erogazione di servizi aggiuntivi (scolastici, sociali ecc...) . In pratica in Italia un lavoratore che percepisce uno stipendio di mille euro al mese, in realtà lavora e produce per 1.946,20 euro.
La riduzione del cosiddetto cuneo fiscale è uno degli obiettivi prossimi venturi del governo ed è a detta di tutti il modo più veloce per riacquistare competitività, beneficiare della crescita di richieste di prodotti dall'estero. Arrivando maggiori entrate in busta paga si aumenterebbe il potere d’acquisto delle famiglie e questo nel medio periodo dovrebbe portare anche a una maggiore domanda interna. Infine l'abbassamento del cuneo fiscale dovrebbe rendere le assunzioni meno onerose per le aziende porterebbe ad aumentare occasioni e opportunità per chi sta cercando lavoro.
In realtà queste considerazioni sono solo teoriche: è vero che il taglio degli oneri contributivi (che negli anni scorsi sono stati progressivamente e scelleratamente aumentati per coprire altrettanti investimenti in opere e iniziative politiche speculative) aiuterebbe l'inversione di tendenza negativa che sta portando il nostro paese verso il default finanziario.
Ma proprio perché questo traguardo così alto di tassazione è il risultato di impegni accumulati, per abbassarlo si dovrebbero tagliare altre iniziative attualmenti in piedi e che al momento puntellano la nostra economia. Costi contro altri costi dunque: si prospeta una riduzione tra quattro e cinque miliardi di euro / anno dal governo.
Per un lavoratore questo vorrebbe dire in media un euro in più al giorno in busta paga: poco più del costo di un caffè.
Questo post è stato pubblicato l'8 ottobre 2013 su Cervelliamo blog

 
  

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