venerdì 12 luglio 2013

Scrivendo sulla storia n. 8 del 12 Luglio 2013

La fame compulsiva tra ansia e la realtà virtuale.

Uno studio condotto da due ricercatori italiani dell’Università di Boston, Valentina Sabino e Pietro Cottone e pubblicato sulla rivista Neuro-psycho-pharmacology annuncia che è stata individuata una molecola che agisce per interrompere il senso di fame.
Si tratta di un vero e proprio interruttore  da disattivare nel nostro cervello per spegnere la sindrome dell'abbuffata:  l'ormone  'CRF'. Quando il valore di questo ormone aumenta nell'amigdala, il centro che genera ansia, durante l'astinenza da cibo, scatta l’impulso compulsivo a mangiare sproporzionatamente di tutto e di più. Individuato l’ormone, è stato possibile risalire anche ad una molecola, già sperimentata contro la depressione che presto potrebbe anche essere immessa in commercio, che agisce proprio su questo ormone bloccando le abbuffate.
Quello dell’ abbuffata compulsiva, la sindrome  per la quale ci si scatena in orge culinarie è un problema che riguarda le persone obese, ma che alla lunga diventa proprio un'ossessione.
Ora la scoperta della équipe di scienziati italiani contro la sindrome delle abbuffate compulsive, apre enormi speranze, anche contro la bulimia e tutti i disturbi dell'alimentazione. Lo studio, eseguito su ratti  resi cibo-dipendenti, mostra che bloccando l'ormone cerebrale dell'ansia, il CRF, si può bloccare sia la pulsione ad abbuffarsi sia l'ansia generata dall'astinenza da cibo. Iniettando una molecola che blocca CRF, i ratti smettono di essere ansiosi e non sentono più il bisogno di abbuffarsi.
Un’altra ricerca pubblicato sulla rivista Comprehensive Psychiatry conferma: la realtà virtuale aiuta a vincere i disturbi alimentari.
Lo studio svolto presso l'Università di Valencia ha coinvolto una sessantina di soggetti sani e con disturbi dell'alimentazione. E' emerso che essi, immersi in un ambiente virtuale che riproduce esattamente quello di una cucina tradizionale, con tanto di rumori e sapori, si sentono realmente in quella cucina e mangiando la pizza-virtuale provano sentimenti negativi e l'ansia di mettere su peso. Inoltre dopo il ciclo di terapia virtuale i soggetti coinvolti sembrano avere una riduzione dell'ansia da cibo, segno del valore terapeutico della realtà virtuale.
L’'abbuffata compulsiva non è dunque che una manifestazione dell’ansia che viene spenta abbuffandosi.
I ricercatori sono fiduciosi che con il tempo questo aprirà la strada a nuove cure.
 
Questo post è stato pubblicato il 12 Luglio 2013 su Cervelliamo blog

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