mercoledì 10 luglio 2013

Scrivendo sulla storia n.7 del 10 Luglio 2013

Che fine ha fatto miss Bobbitt?

Chi si ricorda di Lorena Bobbitt? Quasi nessuno, o forse tutti. Tutti quelli che nel 1993, il 23 giugno hanno saputo dai media di tutto il mondo che la migliore vendetta di una donna e la peggiore mutilazione che un uomo potesse subire al suo corpo e della sua sessualità , era stato commesso: l’evirazione.
C’erano stati in passato casi dovuti a pratiche sessuali troppo aggressive, o maldestre pratiche erotiche. Ma che una donna di 23 anni, di professione manicure, decidesse di risolvere con un coltellaccio gli eccessi di “utilizzo” del membro da parte del marito, John Wayne, ex Marine ed ora istruttore di nuoto, quello no!
Il fatto avviene in piena notte poco lontano da Washington DC, a Manassas, Lorena entra nella stanza dove il marito dorme e gli stacca il pene con un coltello da cucina. Poi esce di casa e getta il brandello sanguinolento in un campo vicino.
Nel frattempo il marito corre in ospedale e la polizia, che su indicazione della stessa donna ritrova l’organo, lo mette sotto ghiaccio al sicuro, e dopo quasi dieci ore di intervento, un’equipe di chirurghi restituiscono vitalità (e funzionalità) all’organo.L'avvocato difensore mostra il pene di Bobbitt recuperato dalla polizia Sì funzionalità.
Da quel momento John Wayne Bobbit non solo si dichiara guarito, ma esibisce la prova impegnandosi negli anni successivi come attore di film porno, anche per pagare le spese sanitarie e legali della vicenda.
Il processo che deriva da questo episodio è unico, perché procede in due direzioni: contro la donna per le lesioni gravi procurate con l’amputazione. E contro l’uomo accusato di violentarla ripetutamente, per soddisfare la sua fame di sesso. Il taglio, dunque, era la disperata soluzione per evitare di essere stuprata ancora. Con tanto di foto del pene tagliato esibito a giurati e giornalisti al processo per i rilievi del caso. La storia della donna che castra il marito è ricchissima di simboli e la dice lunga sul nuovo equilibrio di poteri tra i sessi. Se è vero, come dicono i legali dell’uomo,  che Lorena non era affatto preoccupata riguardo alle esigenze sessuali del marito tanto che alcuni vicini di casa le avevano offerto di dormire da loro, ma lei aveva rifiutato; poi convengono che il loro assistito poteva in effetti non essere l’amante più sensibile del mondo.
L’avvocato di Lorena invoca la legittima difesa. In alcuni episodi infatti, il membro di John “premeva sulla sua bocca tanto da impedirle quasi di respirare”.
Il processo in cui entrambi rischiavano vent’anni di carcere si concluderà con una doppia assoluzione: Lorena, giudicata incapace di intendere e volere per aver agito in seguito a un impulso irresistibile a ferire il marito dovrà passare un paio di mesi in clinica psichiatrica.
Un ulteriore aspetto che può apparire davvero strano è che la coppia divorzierà soltanto due anni dopo il fatto, nel 1995
 
Questo post è stato èpubblicato il 10 Luglio 2013 su Cervelliamo blog

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