Perchè non fidarsi dell'amico-di-famiglia
Amico/1: Costantin è un muratore di trentanni. E' rumeno, è ortodosso praticante, ed è l'amico di famiglia del dicono della chiesa di SS. Martiri Romani di Ponte Mammolo, nel quartiere Tiburtino di Roma. E' una persona religiosa, affidabile. In questi giorni i suoi connazionali gli affidano i figli durante il loro orario di lavoro. Il diacono non lo sa, ma lui decide di metterne un po' in macchina e portarli tutti al mare, senza avvisare nessuno, Alle 16 i genitori denunciano la scomparsa dei loro due figli gemelli, Alexander e Sebastian di 6 anni. Scatta la caccia all'uomo con in peggiori presagi in mente, ma è tutto inutile. Solo in serata, Costantin ritorna ignaro in comunità e finisce a dover spiegare la sua bravata ai carabinieri di San Basilio. Finisce tutto li, dato che i genitori dei bambini dichiarano di non volerlo denunciare per sequestro di minore.
Amico/2: Mario
è un muratore di
45 anni, che a
Marzo 2006 fa
bene il suo mestiere nella provincia di Parma. Tra i suoi clienti c'è
Paolo, direttore delle poste. Diventano amici, mentre Mario gli
ristruttura
la casa. Poi pensa a fare di più: una sera, con un complice, a bordo
di uno scooter, armati e mascherati, piombano nella villa dell'amico
e rapiscono Tommaso, il figlio di 18 mesi della coppia. L'idea è un
sequestro lampo, per
costringere
l'amico-cliente-vittima a svuotare la cassaforte dell'ufficio postale
per rivere il piccolo, che è pure sofferente e febbricitante. Le
cose vanno subito male. Durante una fuga, i due cadono dallo scooter,
il bimbo piange e loro lo ammazzano. Mario partecipa alla farsa del
dolore e delle ricerche, minaccia di voler fare giustizia con le sue
mani dei rapitori, ma nessuno gli crede e nel giro di un mese i
carabinieri lo arrestano, insieme alla sua compagna ed al complice di
quella sera. Mario si rivela un amico, a suo modo. A chi ancora
pietosamente spera in un finale diverso, rivela il posto sul greto
del fiume dove hanno sepolto il piccolo Tommy. Solo ora l'opinione
pubblica tocca con mano l'orrore umano.
Amico/3: Geremia
è
un sarto di abiti da sposa, vive
a
Sabaudia, in
una modesta abitazione con l'anziana madre, immobilizzata a letto. La
attività di sarto è
solo una copertura. In realtà è un usuraio spietato
ed
ha
un rapporto
morboso con il genere femminile. Tra i suoi clienti c'è
un piccolo imprenditore, un
padre che non ha i mezzi
economici per
il
matrimonio
della figlia, un'impertinente reginetta di bellezza. La ragazza vuole
un matrimonio da favola, il padre non intende negargli l'ultima bugia
e
Geremia
diventa così “l'amico di famiglia” . La
mattina del matrimonio, con la scusa, lo strozzino pretende
anche
uno
“jus primae noctis” dalla prossima sposa. Lei gli
si concede, ma
in in
cambio pretende
un
drastico sconto sul tasso d'usura della
somma prestata, e di cui era a conoscenza.
L'amico di famiglia deve accettare, anche la famiglia (forse
consapevole del torbido intrigo, forse no)
accetta e ringrazia, ma questo colpo mina la scaltrezza
dell'usuraio.
Subito dopo viene truffato di tutti i suoi averi dai suoi
stessi complici e con
la morte della madre resta
ancora
più solo al mondo.
Sono
tre storie, sono tre epoche diverse. L'ultima è frutto della
fantasia di Paolo Sorrentino ed
è la
trama di un ottimo
film del regista napoletano del 2006. L'interpretazione di Giacomo
Rizzo-Geremia è strepitosa. A
rifletterci “l'amico di famiglia” potrebbe essere chiunque intorno a noi.
Questo post è stato pubblicato il 20 agosto 2013 su Cervelliamo blog
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