giovedì 8 agosto 2013

Scrivendo sulla storia n. 14 del 7 Agosto 2013

Il Washington Post passa a Mr. Amazon. L'editoria americana è sempre più "crowdsourcing"

Copia del Washington PostNei giorni scorsi Jeff Bezos, multi milionario e fondatore Amazon, il più grande portale di libri ed editoria on line, ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la famiglia Graham per acquistare il Washington Post. Bezos ha accettato di pagare 250 milioni di dollari in contanti per il giornale che nel 1970 denunciò lo scandalo Watergate, che portò alle dimissioni dell'allora presidente Richard Nixon diventando il simbolo per gli americani dell'informazione non allineata al potere, ma che negli ultimi anni ha molto penato per adattarsi alla rivoluzione di Internet. Bezos ha precisato che Amazon non ha alcun ruolo nell'acquisto, e che non intende dirigere personalmente il giornale, confermando piena fiducia al management che attualmente lo dirige.
La notizia della vendita del Washington Post non è la isolata: durante il fine settimana, il New York Times ha venduto il Boston Globe al proprietario di una squadra di baseball e altri famosi giornali come il Winston-Salem Journal e il Richmond Times-Dispatch erano già finiti nella proprietà di alcuni tra i gli uomini d'affari di maggior successo in America. 
Ma cosa spinge questi imprenditori a investire i loro sudati milioni di dollari in un settore in cui, secondo il Pew Research Center, si perdono 16 dollari per ogni giornale venduto, recuperando un solo dollaro dalle entrate di servizi digitali?
Eppure Bezon, pur non essendo particolarmente simpatico all'opinione pubblica americana (avendo con Amazon nel 1990 sconvolto tutte le regole secolari del marketing per corrispondenza) ha tutte le carte in regola per rilanciare la testata, dato che è forse secondo solo a Steve Jobs come visionario rispetto alla tecnologia leader di business della nostra epoca e può garantire subito un salto tecnologico in avanti al quotidiano americano
Jeff Bezos su sfondo testata W. Post
La sua visione è molto sensibile all'idea della stessa informazione sotto diverse forme: Amazon è stata uno dei più originali modelli di business “crowd-sourcing", che modificano cioè il modo in cui la raccolta di notizie è fatto. La dimensione dell'azienda da cui proviene, infine, agevolerebbe l'inserimento del giornale in una dimensione internazionale e non più esclusivamente nazionale, dove è rilegato dai tempi delle inchieste verità che pubblicava e che hanno fatto tremare il mondo, Washington compresa.
 
Questo post è stato pubblicato il 7 Agosto 2013 su Cervelliamo blog

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